New forms of pubblic space


Rem Koolhaas li ha definiti "Junkspace" nell'omonimo saggio scritto nel 2001, comunemente vengono definiti dalla critica "non-luoghi".
Questi spazi che ospitano gran parte delle nostre attività sono i centri commerciali, gli aereoporti, luoghi creati dalla società contemporanea in sostituzione del tradizionale spazio pubblico. Questi spazi rappresentano meglio di qualsiasi altro modello tipologico la realtà e la società attuale. Quando li attraverso percepisco una forte tensione emotiva che mi distoglie da qualsiasi altro tipo di valutazione critica. Comincio a considerare questi spazi come modelli dai quali partire,  archetipi da manipolare per ricavare un prototipo di spazio pubblico più adatto alla società di domani. Voglio definire limiti e potenzialità di questo spazio. Il mio interesse in questo momento è concentrato sul territorio in cui vivo, in particolare sulla realtà di questi spazi presenti a Roma. Questi luoghi  che si sviluppano principalmente  a ridosso dell'anello marginale della città caratterizzato dall'infrastruttura viaria del G.R.A (grande raccordo anulare), rappresentano l'elemento aggregativo all'interno dei nuovi insediamenti di grandi dimensioni (centralità). In questa sintetica descrizione sono già presenti i due limiti sostanziali che caratterizzano questi luoghi, collegamenti solo o principalmente su gomma  e dimensioni esagerate. Il problema dei collegamenti è assolutamente fondamentale per sviluppare un modello sostenibile di spazio pubblico. Un altro saggio di Koolhaas  "Bigness" affronta il problema della grande dimensione, descrivendo questo tipo di spazi come "iper-architettura, paesaggio post architettonico". A mio avviso la grande dimensione non rappresenta un problema in sè, diventa un problema quando non è più supportata dalla società che lo produce. La società che si sta sviluppando ha altre priorità rispetto allo sviluppo illimitato che ha caratterizzato modelli sociali precedenti, di consegenza il "Bigness" non è più sostenibile. Una volta superati questi limiti sostanziali sarà possibile sviluppare le potenzialità di questi "non-luoghi" per ottenere validi prototipi di spazio pubblico a servizio della società di domani.

Arch.Giorgio Scarchilli