Illuminazione sicura o pura estetica?

In questi ultimi anni si è parlato con una certa costanza di "necessità di sicurezza", un parlare dettato soprattutto dalle condizioni di scarsa visibilità notturna che
si riscontrano in molti luoghi delle città e che quindi divengono aree di degrado sociale. Si è cercato il più possibile di ridurre il problema "angoli bui" applicando corpi illuminanti qua e là alla ricerca di una pseudo tranquillità che uno spazio illuminato può donare a chi attraversa a piedi i quartieri in cui si vive. Purtroppo non sempre sono stati adottati criteri corretti, o meglio, si è pensato a non "imbruttire" la città, scelta condivisibile, più che pensare all'illuimnazione pura e semplice.
Mi capita troppo spesso di vedere parchi con corpi illuminanti esteticamente accattivanti, affascinanti, che rispettano in  tutto e per tutto i rigidi canoni anti inquinamento luminoso, ma che non donano un'illuminamento sufficiente a chi passa sotto di loro. Altre volte invece si assiste a dei veri e propri deturpamenti con l'installazione di semplici pali con applicati proiettori più consoni ad un uso su autostrade che su vialetti urbani o parchi. L'illuminazione è un tema che in pochi amano affrontare sia per la difficoltà di illuminazione come materia sia per la varietà di gusti in merito all'"illuminare bene". Quest'ultima cosa è preponderante poichè si è sempre oggetto di facili critiche da chi è fruitore visivo degli spazi notturni sia esso tecnico competente o semplice casalinga, ovvero non è detto che ciò che rispetta le normative poi sia considerato "ben illuminato". All'interno dei centri storici, il sistema illuminazione non è legato alla reale necessità di sicurezza quanto al bisogno di "mostrare". I monumenti subiscono ogni sorta di tentativo, dal più estroso al più banale e sbrigativo. Si parla di una certa qualità illuminotecnica se quando si osserva un oggetto, un monumento, non si viene abbagliati dai corpi illuminanti o dai loro riflessi, ma dalla bellezza di ciò che viene illuminato. Un esempio è stato il castello Sforzesco a Milano in cui per anni si è cercata la miglior soluzione possibile arrivando anche a compiere degli errori, anche se alcuni li hanno definiti degli "orrori", oggi chiunque passi in quei posti la sera parla di una bella illuminazione e parlando con tecnici competenti che vivono lì ho riscontrato una certa soddisfazione nel parlare di quell'illuminazione.
Purtroppo in alcune occasioni ci troviamo davanti all'eccesso di estro di qualche illuminotecnico o artista che propende ad un'illuminazione d'effetto piuttosto che pensare all'elemento da illuminare come oggetto già bello di suo. Ed ecco apparire monumenti illuminati a LED colorati, il viola, il giallo il rosso ed il blu che si mischiano alla monocromaticità del marmo o del mattone romano portando il monumento ad una sorta di "esposizione da circo".
Il reale e concreto problema dell'illuminazione di oggi è legato, come molte altre cose, ad una ripetuta e costantemente aggravata assenza di budget in cui i Comuni si ritrovano a combattere quotidianamente. L'evolversi rapido di nuove teconologie legate al risparmio energetico come i sistemi LED o i sistemi ad altissima efficienza ad INDUZIONE, potrebbe in parte aiutare a risolvere la carenza di illuminazione ed al tempo stesso ridurre il buco delle casse comunali, ma il deficit ormai accumulato non permette che questa naturale evoluzione tecnologica venga diffusa in tempi brevi. Troppe strade vengono illuminate con sistemi che ormai hanno più di 20 anni, impianti che non vengono assolutamente manutenuti e che quindi portano a sprechi di corrente, non parlo solo di una riduzione di wattaggio ma anche di corrente che si perde ovvero la "corrente reattiva", tali sprechi poterbbero essere reinvestiti con la sostituzione totale dei corpi illuminanti migliorando così la qualità visiva ed in alcuni casi potremmo anche parlare di miglioramento della qualità sociale degli spazi.
Il futuro dell'illuminazione è fatto da una qualità estetica ed illuminotecnica che andrà creandosi con la consapevolezza da parte di chi progetta che non sempre ciò che è bello è funzionale e che non tutto ciò che è funzionale è brutto, chi lavora alla progettazione dei corpi illuminanti ormai sa che un bell'apparecchio non deve essere solo un oggetto estetico, ma che deve far percepire nel miglior modo possibile ciò che illumina che sia un solo filo d'erba o un'intero monumento.
Arch. Giulio Sauli